Davide Bonetti, Metodo per Bercandeon
Cos’è il Bercandeon? In due parole è una fisarmonica che ha sia a destra sia a sinistra i tasti pianistici e che utilizza le gambe per il mantice. È uno strumento ideato dalla fervida fantasia di Fiorenzo Bernasconi e Stefano Caniato e dalle iniziali dei loro cognomi prende il nome di BERCANdeon. Si legge nell’Introduzione al Metodo: «Le origini del Bercandeon, prima che tecniche e musicali, sono letterarie. Infatti, col nome di Torcàndeon, lo strumento occupa quasi tutta la terza parte di Amarissimo. Romanzo di de-formazione scritto con Irmangelo Casagrande nel 2008. […] Il primo prototipo del Bercandeon suonante vede la luce nel luglio del 2011, dopo anni di studi preparatori. […] La ditta costruttrice Teknofisa di Vercelli realizza esemplari estremamente accurati. […] Strumento aerofono a doppia tastiera, ad ance libere, cromatico, con vari registri, è dotato di un’ergonomia particolarmente studiata che evita al musicista di piegare i polsi e sostenere il peso. Ha struttura simmetrica» (pag. 10).
Come tutti i lavori di costruzione degli strumenti, i tempi sono lunghi per la messa a punto definitiva (che poi ‘definitiva’ non è mai), comunque, grazie all’interesse di molti musicisti, fra i quali Marco Zappa, Mauro Coceano, Alberto Bazzoli, Enrico Dal Prate, Rossano Baldini, Peter Zemp e altri, il Bercandeon è oggi al punto di meritarsi un vero e proprio metodo di studio.
Davide Bonetti è fisarmonicista, compositore, docente e diplomato in musica jazz, aveva realizzato, nel 2015, assieme a Dal Prato, un cd intitolato Ad libitum, con organici che vanno dal sestetto al Bercandeon solo, interpretando alcuni aspetti del Manifesto dell’Intersezionismo musicale creato dalla mente speculativa di Fiorenzo Bernasconi. Si tratta di un particolare metodo che permette di trasformare le poesie in brani musicali, seguendo alcune determinate regole.
Siamo nel campo dello sperimentalismo sia per quanto riguarda l’Intersezionismo sia per il nuovo strumento, ma proprio questo è l’interessante, aprire a possibilità ulteriori. In una società conformistica occorre un pensiero nuovo e anarcoide, nella piatta omologazione culturale bisogna innovare, contrastare il pensiero unico che domina anche nel mondo della musica, non solo pop ma anche jazzistica e cosiddetta colta. Ben venga dunque chi vuole scompigliare le carte e iniziare a giocare con suoni originali ed eccentrici.
Le due tastiere del Bercandeon permettono di utilizzare sia una tecnica pianistica sia una di tipo organistico. La gestione del mantice si fa con le gambe e questo richiede un po’ di esercizio alla sensibilità di una posizione nuova. Certo, il fraseggio realizzato con la pressione delle gambe non potrà essere così mobile e preciso come quello realizzato con le braccia ma proprio per questo occorre l’esercizio e magari la composizione di brani nuovi che tengano in considerazione queste caratteristiche.
Il metodo che mette a punto Bonetti è concepito in maniera progressiva, si parte dalla descrizione dello strumento alla spiegazione dei mantici, dalle prime note che si possono intonare alle varie posizioni, dall’esplorazione dei tasti bianchi a quelli neri, dal passaggio del pollice agli arpeggi, dalle scale a un elenco di brani da suonare, il tutto con continui esempi. Vorrebbe la voglia anche a noi di iniziare a conoscere il Bercandeon!
Il libro ha il copyright dello stesso Bonetti, che indica anche la sua mail per chi volesse contattarlo db@davidebonetti.it La foto in copertina, che ritrae un bell’esemplare di Bercandeon è di Sergio Lussignoli. Il volume è stato stampato da Amazon Italia, Torrazza Piemonte (To) 2020, s.i.p.
©Renzo Cresti